Marco 12, 41-44 – Al di là del dono (J. Perrin)

1. Oltre il dono… di una vedova!

Questo breve episodio ha un significato che va oltre il dono. Esso si svolge davanti alla camera del tesoro del tempio di Gerusalemme ma non ha solo una valenza economica. Perciò le parole di Gesù non sono parole di condanna nei confronti dei ricchi, ma parole profetiche che in realtà parlano di lui. Che cosa vuole dire Gesù con queste parole? Perché sceglie l’esempio di questa vedova? Il nesso di queste parole e in un certo senso ciò che va oltre il dono in questa storia si trova nel modo in cui la vedova fa la sua offerta. Gesù dice della donna che lei dà ciò che le manca, cioè che il suo dono implica uno spogliarsi completamente, anzi un privarsi del minimo vitale. In altre parole la donna dà la sua sopravvivenza e mette in pericolo la sua vita. La vedova è pronta a morire per dare. Questa immagine del dono estremo non può diventare un modello economico. Gesù non chiede ai credenti di imitare l’esempio della donna ma usa il sacrificio della vedova come annuncio della sua morte. Gesù si spoglia della sua vita per offrire ai credenti un dono che va oltre il dono. Gesù muore per il perdono dei peccati, per la nostra salvezza. L’offerta della vedova ha una dimensione profetica, l’annuncio della morte di Gesù. E’ un episodio che non parla solo del dare dei soldi ma anche del dare la propria vita. La scelta della vedova è voluta ed è anche sovversiva. Gesù annuncia un altro ordine sociale basato sulla giustizia di Dio, un ordine che dà uno spazio a tutti, che cancella le esclusioni e condanna i poteri umani, politici e religiosi. Quando paragona la sua morte all’offerta della vedova Gesù annuncia la liberazione che capovolge l’ordine sociale. Il dono della sua vita è perdono dei peccati e salvezza sia per i giudici imperfetti che per le vedove emarginate.

2. L’economia del dono

Accanto a questo significato profetico la storia della vedova ha anche una portata in sé, cioè come storia di un’offerta straordinaria. Mentre i ricchi danno del loro superfluo la vedova dà tutto. Mentre le persone benestanti potrebbero dare di più la vedova si spoglia completamente. L’accento viene messo sulla proporzione, sul legame tra l’offerta e il livello di vita. Il modello è quello di un’economia solidale, attenta ai bisogni di tutti. Un’economia di questo genere richiede uno sforzo particolare di chi ha per aiutare chi non ha niente. Quelli che hanno molto sono invitati a dare molto, quelli che hanno poco danno ciò che possono, quelli che non hanno niente vivono del dono degli altri. I nostri sistemi economici post capitalisti non sono figli di un’economia solidale. Un po’ più di un anno fa abbiamo vissuto in pieno le conseguenze di un’economia che non ha più freni, che non rispetta più nessuna regola, che non è più tesa a favorire il bene comune ma solo il profitto di alcuni. Oggi paghiamo il prezzo di un sistema iniquo, impazzito, un sistema che ha completamente perso il senso della comunità e della solidarietà. Il testo della vedova ci invita a ritrovare il senso del dono come principio economico. Senza idealismo, senza illusione: il sistema economico è crollato ma quello che si sta risvegliando non si ispira alla logica del dono. L’economia del dono la possiamo però fare nostra come cristiani e cristiane responsabili. La possiamo mettere in pratica nelle nostre offerte per la vita delle nostre comunità. La possiamo anche mettere in pratica nella gestione dei nostri beni privati. Ci sono modi diversi di investire, ci sono banche attente alla destinazione dei loro investimenti.

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