Gli inizi

 Johann Caspar von Orelli (1787-1849), nasce a Zurigo da una famiglia italiana rifugiata in Svizzera ai tempi della Riforma protestante. Dopo il periodo di permanenza a Bergamo, nel 1814 divenne professore di lingue moderne e stopria nella scuola cvantonale di Coira; nel 1819 professore di eloquenza e ermeneutica al Carolinum di Zurigo e nel 1833 professore alla nuova Università di Zurigo, la cui fondazione fu notevolmente favorita dai suoi sforzi. Nel corso di questo periodo la sua attenzione fu rivolta soprattutto alla letteratura classica e agli studi di antichità. Già nel 1814 aveva pubblicato un’edizione, con note critiche e commento, dell’Antidosis di Isocrate. Le tre opere che gli garantirono la fama furono: un’edizione completa di Cicerone in sei volumi (1826-1838); le Opere di Orazio (1837-1838), con commento esegetico; la Inscriptionum Latinarum Selectarum Collectio (1828), assai utile per gli studi della vita pubblica e privata di Roma e della religione romana. Da menzionare anche le sue edizioni di Platone (1839-1841) e di Tacito (1846-1848).

Giovanni Morelli (1816-1891), critico e storico dell’arte, nonché uomo politico, famoso per avere sviluppato la  tecnica “morelliana”, consistente nell’identificare le “mani” caratteristiche dei pittori attraverso l’analisi di dettagli secondari che rivelano l’inconscia stenografia dell’artista. La prima generazione di studiosi morelliani comprende Gustavo Frizzoni, Jean Paul Richter, Adolfo Venturi e Constance Jocelyn Ffoulkes.

 

 

Giovanni G. Orelli
Giovanni Morelli
Il tempio in una fotografia dell'Ottocento
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