7. Donazioni della famiglia Fuzier, di Emilia Steiner e di Giulio Zavaritt

Anche alcuni membri della famiglia Fuzier, ugonotti francesi, giunta a Bergamo nei primi decenni dell'Ottocento, concorrono con alcu­ne belle donazioni ad arricchire la Biblioteca di Bergamo. Enrico Fuzier dona nel 1922 un esemplare della tragedia Adelchi di Alessandro Manzoni, pubblicata a Milano nel 1822. Scritta tra il 1820 e il 1822, per il suo contenuto il Manzoni si ispira alla fine del dominio longo­bardo in Italia causato dalla sconfitta del re Desiderio da parte di Carlo Magno avvenuta nel 774. L'esemplare donato reca la dedica autografa di Enrichetta Blondel, moglie del Manzoni, al fratello. È pervenuto in seguito ai Fuzier, eredi dei Blondel.

Roberto Fuzier (1868-1935), professionista distinto ed apprezzato, che ha dato la sua ope­ra attiva ed intelligente in varie Pubbliche Am­ministrazioni, Comune di Bergamo, Ospedale, Congregazione di carità, dona nel 1897 la mappa della Città di Bergamo da lui dise­gnata e pubblicata nello stesso anno: nella mappa sono indicati due luoghi della Comunità: la "Chiesa evange­lica", eretta nel 1876 accanto all'edificio di fie­ra, e la porzione di "Cimitero evangelico" al­l'interno del Cimitero di San Giorgio.

Emilia Steiner, vedova di Guido Frizzoni, nel 1925 dona le annate 1866-1899 della rivi­sta Nuova Antologia, trimestrale di lettere, scienze ed arti fondata nel 1866 a Firenze da Francesco Protonotari ed edita da Le Mon­nier, una delle testate periodiche di maggiore produttività e diffusione, sia per i nomi presti­giosi dei collaboratori, sia per la qualità dei te­sti prodotti e anche per il tocco di modernità e aggiornamento nei campi della letteratura, del­la filosofia e della politica. Le pagine della rivi­sta ospitano sovente saggi di Francesco De Sanctis, che abbiamo già incontrato come do­cente a Zurigo del giovane Teodoro Frizzoni. L'altro dono di Emilia Steiner arriva l'anno successivo, nel 1926, e si tratta della Storia d’Italia di Fransceco Guicciardini, pubblica­ta a Venezia da Girolamo Polo nel 1599.

Giulio Zavaritt, che discende da una fami­glia grigionese stabilitasi con Ambrogio a Ber­gamo nel 1766, laureatosi in Scienze agrarie nel 1893, ricopre diversi incarichi di primo piano nell'economia bergamasca. Tra i fonda­tori del Consorzio Agrario di Bergamo, muni­fico benefattore di varie istituzioni assistenzia­li, egli dona nel 1946 due preziosi incunaboli alla Biblioteca. Il primo, a lui pervenuto da Giovanni Morelli, è un'opera in volgare di S. Bernardo, Sermoni vulgari devotissimi, stam­pata a Milano nel 1494 da Ulrich Scinzenzeler; la seconda è l'opera di Biondo Flavio, Histo­riarum ab indinatione Romanorum imperi de­cades, stampata a Venezia nel 1484 da Tomma­so de' Blavi.

 

Giulio Zavaritt con la moglie Marta Guttinger e i figli
Opera di Flavio Biondo (1484), dono di G. Zavaritt
Sermoni vulgari devotissimi (1494), dono di G. Zavaritt
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