Marco 1, 9-15 – Il Dio che viene (J. Perrin)
Gesù dice: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio si è avvicinato; ravvedetevi e credete al vangelo”. La predicazione di Gesù indica un tempo e un compito, la speranza e la responsabilità, la parte di Dio e la nostra parte. Ciò che finora era stato suggerito dal testo si compie in questa predicazione. Il tempo di Dio incontra la storia dell’umanità, tutti e due sono intrecciati per l’eternità tramite Cristo, il Dio che viene. Ecco l’annuncio straordinario. Perché? Perché è totalmente gratuito e viene offerto all’umanità come un’opportunità unica per il presente e per il futuro. Le categorie del tempo cronologico saltano con il tempo della speranza, e ogni generazione, ogni popolo, ogni singola persona può riscoprirlo e farlo suo. Ma bisognerà ben fare qualcosa per accedere a questa prospettiva promettente? In realtà, no. E’ un dono totale, è la vita di Cristo alla quale non può corrispondere nessun merito, nessuna opera. E’ vero, Gesù dice ai suoi ascoltatori “Ravvedetevi e credete al vangelo” (v. 15). Ma queste parole non sono la moneta di scambio per ottenere l’accesso al tempo del regno e della speranza. Il tempo nuovo è offerto a chiunque. In Gesù Dio si avvicina e apre le porte di una storia nuova, una storia in cui la speranza incoraggia l’azione e favorisce l’impegno. Chi si mette al servizio della speranza decide di seguire Cristo. Ma prima di compiere miracoli, prima di predicare e di insegnare, prima di fare il tifo per Gesù come se fosse una pop star, i cristiani sono invitati al ravvedimento e alla fede. Prima di agire, dobbiamo fare un passo indietro e ascoltare la Parola, trasformare i nostri attriti e le nostre paure in fiducia e in perdono dell’altro.
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sermone del 26 febbraio 2012 | 46.38 KB |