1 Pietro 5, 1-4 – L’unico leader maximo (J. Perrin)

Se Cristo è il pastore supremo, che cosa vuol dire essere pastori e pastore, non esclusivamente nel senso del ministero pastorale ma nel senso più ampio dell’essere anziani e anziane al servizio di Cristo e della comunità locale? La lettera di Pietro, con altri testi del Nuovo Testamento, pone le fondamenta dell’organizzazione delle chiese. Esse hanno interpretato questi testi e hanno seguito vie diverse. Gli anziani del testo di oggi sono gli antenati dei nostri consiglieri di chiesa, solo gli antenati. Che cosa dice Pietro agli anziani, oltre a ricordare la loro missione? Pietro dice agli anziani che il loro impegno verrà in qualche modo ricompensato. Quando Cristo tornerà, gli anziani riceveranno la corona incorruttibile della gloria. Una ricompensa per i loro meriti? Non è molto protestante… No, non si tratta di una ricompensa ma di un elemento che viene spesso trascurato, dimenticato o addirittura calpestato nella nostra società e nella chiesa: la riconoscenza, il ringraziamento. Pietro dice agli anziani, non che la loro missione darà loro un privilegio, ma che il loro impegno verrà riconosciuto con un gesto particolare, con qualche parola di apprezzamento, con un “grazie”, spesso troppo raro. La riconoscenza non è privilegio ma linguaggio dell’economia di Dio, un’economia basata sulla gratuità. Non possiamo accontentarci di prendere le istruzioni di Pietro alla lettera per definire la missione dell’anziano, del giovane o del vescovo. Un elemento però non invecchia ed è capace di trasformare tutte le nostre strutture, mentali, sociali ed ecclesiali. Cristo è il Signore, l’unica vera autorità delle nostre chiese e soprattutto delle nostre vite.

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