Perché un Centro Culturale Protestante a Bergamo?

Dopo la giornata di studio su Girolamo Zanchi, nel dicembre 1990 all’Archivio di Stato, la Comunità Cristiana Evangelica di Bergamo, nella sua Assemblea conclusiva della primavera 1991, decise di costituire un Centro culturale protestante a Bergamo. Demandò a un gruppo di responsabili l’incarico di preparare uno statuto del costituendo Centro. Il gruppo lavorò per tutto il 1991/92 preparando lo Statuto che fu successivamente presentato all’Assemblea della Comunità nella primavera del 1992 e approvato successivamente dall’Assemblea della Comunità del 14 novembre 1992, introdotta dal prof. Ugo Gastaldi, direttore del Centro culturale protestante di Milano. Alla presenza del Notaio Carlo Leidi si costituì il 12 dicembre 1992 l’Associazione.
In un momento storico come quello che stiamo vivendo, momento di transizione da una società relativamente omogenea a una società complessa e multiculturale, avvertiamo che si fa strada nel nostro paese, e anche nella nostra città, il bisogno di sentire altre voci oltre a quelle maggiormente conosciute e di prendere contatto con altre realtà sociali, culturali, religiose. Su questo bisogno incide sempre più il fatto che ci siamo avvianti verso una realtà europea, ben diversa dalla realtà in cui siamo cresciuti e nella quale ci siamo culturalmente formati: essa obbligherà gli italiani a vivere in un'Europa pluralista, in cui le tradizioni e le idee protestanti hanno avuto e hanno un peso importante.
In questa domanda diffusa di saperne di più su altre forme di cultura, si esprime anche il desiderio di conoscere meglio il protestantesimo passato e presente, perché con esso ci si incontra e scontra in molti modi. Se ci accostiamo alla letteratura e all'arte europea, ma anche americana, o alla storia del pensiero politico europeo svoltosi a partire dall'età moderna, spesso percepiamo la specificità protestante di alcuni presupposti di fondo e siamo rinviati alle radici del pensiero della Riforma, su cui abbiamo magari soltanto nozioni scolastiche e molto vaghe. Ma pure quando ci confrontiamo con la vita civile di altri paesi, anche a noi vicini, sentiamo il bisogno di conoscere meglio che cosa ha significato la Riforma protestante, quel complesso fenomeno culturale che è mancato nel nostro paese, dove le conseguenze di questa mancanza sono state analizzate da autorevoli studiosi anche di matrice cattolica.
Se è vero, come abbiamo sperimentato in questi anni, che c'è questa domanda di conoscenza del ruolo svolto dal protestantesimo nella storia della cultura, allora un Centro Culturale Protestante offre un vero e proprio servizio culturale alla città in cui è sorto, specie se questa è sede di Università. È però necessario che questo servizio sia svolto secondo alcuni criteri fondamentali.
1. Anzitutto il Centro vuol presentarsi come luogo di confronto con la cultura attuale e con le sue problematiche (in campo scientifico, etico, politico, sociale) per la discussione del "punto di vista protestante" in merito a questi problemi e per il confronto aperto con altri punti di vista.
2. Una seconda caratteristica del Centro deve essere quella di una sua costante apertura al dialogo interconfessionale e interreligioso con esponenti di altre fedi: dialogo concepito come scambio arricchente di informazioni culturali autentiche e tese a una visione pluralistica delle diverse concezioni religiose, a prescindere da affermazioni dogmatiche ed esclusive.
3. Infine - e ciò va inteso come affermazione di un principio basilare - un Centro Culturale Protestante vuole porsi come spazio libero, aperto, veramente laico, tale che escluda da sé anche il più lieve sentore di propaganda o proselitismo. Chi viene al Centro deve potersi sentire a casa propria, deve poter ricevere e dare al tempo stesso, senza nessun rischio di venire coinvolto in senso confessionale.

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